Amatrice

Cenni storici


Nel 568 i Longobardi invasero l'Italia e costituirono il Ducato di Spoleto suddividendolo in Comitati e Gastaldati e il territorio dell'odierna Amatrice passò sotto il Comitato di Ascoli.

Nel Regesto di Farfa sono ricordati, per il periodo che va dalla metà del VIII secolo agli inizi del XII, i nomi di molte località e villaggi dell'attuale comune e, tra essi, nel 1012, anche quello di "Matrice", ricordato ancora nel 1037 nel diploma con cui l'imperatore Corrado II conferma al vescovo di Ascoli i suoi possedimenti. Con la conquista normanna dell'Italia meridionale, avvenuta tra il 1150 e il 1154, le terre summatine e quella parte dell'attuale comune di Amatrice, ricadente nella contea reatina, furono annesse al Regno di Sicilia e divise tra i vari baroni. Verso gli inizi del XIII secolo, la zona passò sotto il controllo della chiesa ascolana e, indirettamente, dello stato pontificio. Solo intorno al 1265, al tempo del re Manfredi di Svevia, Amatrice entra a far parte del Regno di Napoli. Nel 1271 e nel 1274 Carlo d'Angiò inviò degli eserciti per debellare la resistenza degli amatriciani e ridurre la città all'obbedienza. Malgrado ciò divenne sede di mercato nel 1283 e riuscì a mantenere la sua autonomia dall'Aquila, che aveva a più riprese tentato di estendere la sua egemonia anche sull'alta valle del Tronto tra il XIV ed il XV secolo. Nel corso del Quattrocento (1486) il sovrano aragonese Ferdinando concesse ad Amatrice il privilegio di battere moneta (divenire quindi sede di Zecca) con il motto Fidelis Amatrix. Tuttavia nel febbraio 1529, dopo un’eroica resistenza, venne riconquistata e messa a ferro e fuoco da Filiberto di Chalon, generale di Carlo V. Per punire la ribellione, Carlo V diede lo Stato di Amatrice in feudo ad un suo capitano, Alessandro Vitelli.

Dai Vitelli, per diritti ereditari, Amatrice passò agli Orsini, Virginio aveva sposato infatti Beatrice Vitelli. Il dominio degli Orsini su Amatrice durò fino al 1693, al momento della morte senza eredi di Alessandro Maria Orsini.

Una lunga controversia portò alla successione nel feudo; soltanto nel 1732 Gian Gastone de' Medici instaurò il proprio dominio, che durò fino al 1759, quando Amatrice entrò a far parte dei domini persolani del re di Napoli.

In epoca Napoleonica, con la proclamazione della Repubblica Napoletana (23 gennaio 1799),il generale Championnet con un decreto del 9 febbraio 1799, divise il territorio in 11 Dipartimenti. Amatrice costituiva uno dei 16 Cantoni del Dipartimento della Pescara, con capoluogo L'Aquila. Con l'unità d'Italia Amatrice fu inserita nell'Abruzzo aquilano (Abruzzo Ulteriore), e solo nel 1927, con la creazione della provincia di Rieti, la città entrò a far parte dell'alto Lazio.





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