Frasso Sabino

Cenni storici


Già possedimento longobardo, nel 1055 il castrum venne donato all'Abbazia di Farfa da Alberto figlio di Cebbone. Dal XII secolo Frasso fu probabilmente libero comune retto da "Condomini Partecipes" sino a verso la fine del XIV secolo, allorchè compare di nuovo in testimonianze scritte come proprietà dei Brancaleoni; nel 1441 passò, per via ereditaria, alla famiglia Cesarini che, imparentatasi a quella degli Sforza, ne mantenne il possesso sino al 1817.

Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Monteleone Sabino, come comunità dipendente quest'ultima (1810-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Frasso tornò inizialmente luogo baronale, ma con la rinuncia del duca Salvatore Sforza Cesarini alla giurisdizione baronale sul luogo, avvenuta 30 Dicembre 1877, Frasso divenne "Università" appodiata a Poggio Nativo, nell'ambito della delegazione di Rieti, distretto di Poggio Mirteto, governo di Poggio Nativo. Nel riparto territoriale del 1827 Frasso risulta comunità nuovamente autonoma, seppure dipendente dalla podesteria di Poggio Nativo, mentre nel riparto del 1831 è comune ascritto al distretto di Fara Sabina. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, Frasso entrò a far parte della provincia di Perugia, dal 1923 appartenne alla provincia di Roma finchè nel 1927 fu incluso nella neoistituita provincia di Rieti. Nel 1863 l'originaria denominazione "Frasso" fu mutata in "Frasso Sabino"




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ANNULLAMENTI:

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