Labro

Cenni storici

Altre denominazioni:

Labbro, 1810


Già abitato romano, Labro è attestato come Castrum fortificato in un documento del 1050. Come in molti altri luoghi del reatino e della Sabina, vi signoreggiava una consorteria feudale costituita da alcune casate aristocratiche: su tutte, primeggiava quella dei Nobili divenuta in seguito Nobili-Vitelleschi per legami coniugali delle due casate. Passato sotto la giurisdizione del Comune di Rieti, che probabilmente lo acquistò dalla consorteria feudale, ricevette da questo sostegno nelle continue lotte di confine col vicino Piediluco, spalleggiato a sua volta dal potente comune di Spoleto. Memorabile è rimasta la contesa per il possesso del monte Caperno, risolta nel 1298 da papa Bonifacio VIII con l'obbligo per i Labresi di demolire la rocca che vi avevano edificato. Le ostilità continuarono comunque nei secoli successivi, soprattutto a causa del secolare problema del refluire delle acque del Velino, che fu motivo di numerosi scontri tra gli abitanti di Rieti, Piediluco, Labro e Terni. Nell'amministrazione dello Stato Pontificio Labro fu sede di governatorato dipendente direttamente dalla Sacra Consulta. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone rurale di Terni (1798-1799), per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, cantone di Stroncone (1809-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 Labro entrò a far parte della delegazione di Rieti, distretto di Rieti, come governo di secondo ordine dipendente da Poggio Bustone; nel riparto territoriale del 1827 risulta sede di un podestà facente capo al governo di Rieti, insieme all'appodiato Morro, in seguito eretto a comunità autonoma. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, il comune appartenne alla provincia di Perugia fino al 1923 per passare poi a quella di Roma e infine, dal 1927, alla neoistituita provincia di Rieti. Nel 1957 si è distaccata da Labro la frazione di Colli di Labro divenuta ente autonomo, successivamente denominato Colli sul Velino (1962)



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