Leonessa

Cenni storici

Fondata nel 1228 ai margini meridionali della sua piana, alle falde del monte Tilia, Leonessa sembra aver avuto origine dalla fusione di vari castelli e ville del territorio circostante che si ribellarono ai loro Signorotti, distruggendone le fortezze. La formazione di questo nuovo abitato si protrasse sino al principio del ‘300.Sembra che in passato Leonessa fosse chiamata Gonessa o la Gonessa, nome dato forse dalla famiglia oriunda gotica de Lagonissa preesistente alla fondazione della città medesima. Del borgo non si hanno notizie anteriori al secolo XIII. Le prime testimonianze scritte sui nuclei abitati dell’altopiano risalgono al sec. VIII d.C., sullo scorcio cioè della dominazione longobarda e del suo tipico regime curtense: alle corti, infatti, ci riportano i superstiti documenti dell’alto medioevo, tramite le numerose donazioni di terreni e pertinenze fatte all’Abbazia di Farfa.

Ai margini settentrionali dell’altopiano si fissò, già sul finire del XII secolo, la linea pedemontana di confine tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli, ad ognuno dei quali fece capo un gruppo di castelli. Tra questi appartenenti al Regno di Napoli emerse il castello di Ripa di Corno, attorno al quale, per una decisione politica dei sovrani di Napoli, si formò in breve tempo l’attuale Leonessa.

Il documento di fondazione, reca la data del 16 luglio 1278.

Nei secoli XV-XVI fiorirono le industrie, principalmente quella laniera, che trovò sbocchi in numerosi centri commerciali, dai mercati di Farfa a quelli di Ascoli Piceno. In seguito l’arte della lana volse al declino, pur continuando ad assorbire una considerevole parte dell’artigianato locale; né molto valsero a risollevarne le sorti i tentativi esperiti nel 1587 per un nuovo più adeguato statuto. Altre attività meritatamente famose furono l’esportazione di grano e legumi, le industrie artigianali dei tessitori di lino, dei cappellai, degli armaioli, dei battitori di metallo, dei fornaciari e cavatori di gesso.

A Leonessa, secondo alcune fonti, è collocabile il primo Monte di Pietà sinora documentato, preesistente peraltro al 1446, dal quale poté trarre ispirazione Domenico da Leonessa che ne fondò uno ad Ascoli Piceno nel 1458. Stando a quel che dice l’Antinori, il Monte di Pietà leonessano era ubicato in posizione centrale, nel pubblico arengo, e sopra il locale fu poi innalzata la torre civica, quella stessa distrutta all’inizio del secolo.

Dal 1384 sino all’inizio del ‘400 si ebbe una breve denominazione dei Trinci, Signori di Foligno, dapprima con Corrado, che interpose i suoi buon uffici per una pacificazione generale tra Leonessa, Norcia e Cascia, quindi con Ugolino, ambedue proposti dai leonessani come governatori della loro città e confermati nell’incarico del sovrano. Ma il timore, nient’affatto infondato, che l’incarico temporaneo potesse trasformarsi in Signoria di tipo feudale, mise in agitazione i leonessani, i quali nel maggio del 1401 ottennero da Ladislao il ritorno del territorio sotto il pieno dominio regio, con l’annullamento di qualunque concessione ai Trinci e la solenne promessa di non infeudare la terra di Leonessa.

Altra breve cessione temporanea fu fatta, per ragioni politiche, da Alfonso d’Aragona che, dal 1443 al 1447, lasciò Gonessa, Cittaducale ed Accumoli a Papa Eugenio IV in cambio del vicariato di Benevento. Il dominio pontificio però non fu gradito in alcun modo ai leonessani che si tennero pronti all’insurrezione armata.

L’infeudazione vera e propria si ebbe solo nel 1539 con Carlo V. L’imperatore diede in feudo Leonessa, insieme alle libere Università abruzzesi di Penne, Campli, Cittaducale e Montereale (i cosiddetti Stati farnesiani d’Abruzzo), alla sua figlia naturale Margherita d’Austria, andata sposa ad Ottavio Farnese, per costituirle il reddito dotale annuo di 6000 ducati d’oro.

Da Margherita, i feudi farnesiani d’Abruzzo passarono per succesione ereditaria ai Farnesi di Parma.

In seguito alla pace di Vienna del 1735, per la quale Carlo I di Borbone aveva ottenuto tutti i beni extraterritoriali già appartenuti ai Farnese e ai Medici, Leonessa ritornò sotto il pieno dominio della casa reale di Napoli e venne compresa tra i cosiddetti Stati allodiali di privato patrimonio della corona.

Finalmente, con la legge eversiva della feudalità (1806), Leonessa fu nuovamente libero comune, e si organizzò secondo i nuovi criteri amministrativi introdotti dalla Rivoluzione. Prese parte alle lotte politiche del tempo e nel settembre 1820 ebbe anch’essa la sua vendita carbonara, subito presa di mira dalla polizia borbonica.

Con l’avvento del Regno d’Italia fece parte della Provincia dell’Aquila tramite il circondario di Cittaducale.

Nel 1927 fu aggregata alla Provincia di Rieti.


Link:

http://www.leonessano.it/storia.htm