Monte San Giovanni in Sabina

Cenni storici

Altre denominazioni:

Monte San Giovanni, ante 1882


La prima notizia dell'esistenza del castello di Monte San Giovanni è abbastanza tarda e compare in un contratto di vendita del 1240 conservato presso l'Archivio di stato di Rieti. In quell'anno, infatti, Giovanna de Radolfis, ultima discendente della consorteria del Camponeschi, vendette a Napoleone Orsini i castelli di Poggio Perugino, di Monte San Giovanni, di Montenero e delle Macchie, quest'ultimo oggi scomparso, insieme al giuspatronato su di un quarto della chiesa o abbazia di S. Maria de Monte, che era situata nei pressi di Castiglione di Cottanello. Con l'acquisto di questi possedimenti l'insediamento degli Orsini in tutta l'area era pressochè completato. L'opera di conquista agraria e di riorganizzazione territoriale era stata compiuta dai Camponeschi, una consorteria di cui conosciamo poco o nulla, ma che era stata particolarmente attiva tra X e XII secolo nelle aree in quota dei Monti Sabini, da Castiglione di Cottanello fino a Casaprota, per poi scomparire rapidamente senza lasciare molte tracce. Restano dunque nell'ombra, almeno per le fonti scritte, i dettagli della fondazione di Monte San Giovanni, sebbene sia plausibile ipotizzarne la nascita al X-XI secolo, epoca desumibile dalla fondazione di castelli vicini come Salisano, Mompeo, Montenero. A questo periodo di forte spinta verso la conquista di nuove terre risalgono con molta probabilità i terrazzamenti che impedivano il dilavamento dei terreni e che ancor oggi caratterizzano il paesaggio della zona, come un retaggio del passato costituisce anche la Mola, il vecchio mulino mosso dalla forza idraulica sul torrente Canera. Monte San Giovanni divenne gradualmente il centro principale degli Orsini in questa zona. nella quale provvidero a prosciugare numerosi laghetti che punteggiavano le vallate, nei pressi del castello delle Macchie e della chiesa di S. Sebastiano, con indubbio sviluppo delle aree coltivate. Poco alla volta la potente famiglia baronale romana estese il suo dominio ad un gran numero di altri castelli, come ricorda il testamento redatto nel 1476 da Pierangelo Orsini, che in esso risulta signore di Foglia, di Gavignano, di Mompeo, di Montenero, di Tancia, di Monte San Giovanni, di Casaprota, di Collelungo, dei castelli abbandonati di Giulianello e di Montefalco, della metà di Monteleone, di Ornaro e di Torricella, e, nella valle del Turano, di Bulgaretta, dei castelli diruti di Pietraballa e di Rocca della Salce e di tre quarti di Collepiccolo, oggi Colle di Tora. Monte San Giovanni rimase in possesso degli Orsini fino agli inizi del XVII secolo, quando il castello tornò alla camera apostolica, che nella seconda metà del Settecento ne concesse in enfiteusi i beni camerali dapprima ad Adriano Antoniazzi Tomassi e successivamente ad Antonio Flavi.

Durante l'occupazione francese il comune fu annesso dapprima al dipartimento del Clitunno, cantone di Rieti (1798), per passare poi (1810) al dipartimento di Roma, circondario di Rieti, sempre nell'ambito del cantone di Rieti (con Poggio Perugino e Cerchiara).

Dopo la restaurazione del governo pontificio e la riforma del 1816 Monte San Giovanni fu compreso nella provincia Sabina, Delegazione di Rieti, distretto di Rieti e per brevissimo periodo fu sede di governo, ma nel 1817 fu posto alle dipendenze del governo di Contigliano con gli appodiati di Cerchiara, Montenero, Poggio Fidone e Poggio Perugino. Nel riparto territoriale del 1827 risulta podesteria facente capo al distretto e governo di Rieti (con Cerchiara, Montenero), così come nel successivo riparto del 1831 ove compare governo di secondo ordine dipendente da Rieti, ma senza più alcun appodiato. Dopo l'annessione al Regno d'Italia avvenuta nel 1861, Monte san Giovanni appartenne alla provincia di Perugia sino al 1923, poi a quella di Roma sino al 1927, anno in cui entrò a far parte della neoistituita provincia di Rieti.

Nel 1882 alla originaria denominazione di Monte San Giovanni è stata aggiunta la specifica "in Sabina"



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