Roccantica

Cenni storici


La prima menzione del luogo, denominato "Fundus Anticuum", risale al 792, nel Regesto Farfense,  e riguarda la donazione fatta all'Abbazia di Farfa di una porzione della chiesa di S. Valentino situata  sul fondo stesso; nell'840 Lotario I conferma all'l'Abbazia il possesso dell'intero fondo. Nel X secolo il  processo di incastellamento appare compiuto ed il toponimo Fundo modificato in Rocca (966). Un  passaggio di proprietà è ricordato da una breve di Niccolò II del 1061, dove il castello di Roccantica è compreso tra i possedimenti di un tale Grimaldo dei duchi di Benevento, spontaneamente devoluti alla Chiesa. Nello stesso breve gli abitanti sono detti "immediati sudditi della Santa Sede".  Sembra che la cittadinanza si sia meritata tale privilegio grazie alle coraggiose gesta di tredici  soldati che furono fautori della strenua difesa della Rocca contro i Cresenzi, sostenitori dell'antipapa  Benedetto X (1059). In quella occasione lo stesso pontefice si era rifugiato all'interno del castello  per sfuggire agli usurpatori dei domini della Chiesa; in particolar modo fuggiva Enrico IV che aveva  trovato sostegno tra i signorotti della nobiltà romana. Grato dell'aiuto ricevuto, Niccolò II favorì la ricostruzione di Roccantica, le cui strutture avevano subito gravi danni nel corso degli scontri; esentò inoltre gli abitanti da dazi e da qualsiasi forma di vassallaggio nei confronti di imperatori e principi. Tali privilegi furono mantenuti anche dai pontefici successivi, Gregorio IX (1234) ed  Alessandro IV (1255); Bonifacio VIII nel 1297 mandò delle truppe per difendere Roccantica da invasori nemici della chiesa. Lo statuto del comune risale al 1326, ma già nel '300 il Papa aveva concesso alla comunità di eleggere un vicario che tutelasse i suoi interessi, chiaro segno di autonomia. Ancora nel 1364, nel registo camerale del cardinale Albornoz, Roccantica risulta  direttamente soggetta alla S. Sede, nel 1391 fu data in vicariato a Martino di Sypsis e dal 1398 il  comune scompare definitivamente dai registri camerali. Nel 1427 fu nominato governatore di  Roccantica il capitano Armellao de Batonis; con Sisto V il castello passò agli Orsini (1477) che ne mantennero il possesso sino al 1698; estintosi il ramo maschile della famiglia, Roccantica tornò per breve periodo sotto la giurisdizione della Camera Apostolica, ma il ricorso della vedova di Flavio  Orsini, A. Maria de la Tremouille-Normoutier, fu accolto da Clemente XI nel 1705 ed ella potè mantenere feudo sino alla sua morte (7/12/1722); dal 1723 Roccantica tornò definitivamente alla Camera Apostolica. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al  dipartimento del Clitunno, cantone di Poggio Mirteto (1798-1799) per passare poi al dipartimento  di Roma, circondario di Rieti, cantone di Poggio Mirteto, come appodiato di Aspra (1810-1814). Con  la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 Roccantica fu incluso nell'ambito della provincia Sabina,  delegazione di Rieti, distretto di Poggio Mirteto, come appodiato ad Aspra, sede di governo. La  situazione risulta invariata nel riparto territoriale del 1827, mentre in quello successivo del 1831 è governo di secondo ordine dipendente da Poggio Mirteto. Dopo l'annessione al Regno d'Italia,  avvenuta nel 1860, il comune entrò a far parte della provincia di Perugia, dal 1923 appartenne alla provincia di Roma finchè nel 1927 fu incluso nella neoistituita provincia di Rieti, ma non più come comune autonomo bensì come frazione di Aspra (oggi Casperia); nel 1939 il comune di Roccantica è stato ricostituito




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