Tarano

Cenni storici


La prima menzione di Tarano risale 952, anno in cui è citato in una transazione di beni, e parte del suo contado risulta già sotto l'influenza dell'abbazia di Farfa; nel 1027 Susanna figlia di Landolfo donò all'Abbazia altri beni compresi nel circondario di Narni e in quello di Sabina - come Mozzano, Cottanello, Vacone, Asiniano -; nel 1036, infine, il monastero benedettino acquistò ulteriori possedimenti da Berlengario di Pietro, portando a compimento il disegno di acquisizione  dell'importante territorio di Tarano nella sua interezza. Le relazioni tra Tarano e Farfa appaiono  significative per tutta la prima metà dell'XI secolo, mentre nella seconda metà il monastero sembrò perdere il controllo di gran parte dei possessi, segnato da un inarrestabile declino e non più in grado di controbattere gli usurpatori. Nel contempo i pontefici, a partire da Niccolò II, tendevano ad estendere progressivamente il loro dominio all'interno del territorio diocesano attraverso una  maglia sempre più fitta di castra specialia, controllati direttamente, che finì per soffocare i possessi farfensi in quest'area.

Nel Duecento l'importanza del castello venne rapidamente crescendo e nel 1283, per contrastare la spinta espansiva della nobiltà romana, Tarano fu costretto a contrarre una societas con il comune di Narni, firmando con esso un patto di mutuo soccorso, di durata quarantennale, che prevedeva  un reciproco aiuto contro gli attacchi nemici, tranne che contro la Chiesa di Roma. Nel 1347 la  popolazione di Tarano si unì ai rivoltosi capeggiati da Cola di Rienzo e tentò di ribellarsi al dominio papale, fenomeno questo che si ripeté successivamente nel 1351 e 1352. Nel 1399, il castello fu invaso da Paolo Savelli, che tentava di recuperare un debito di 20.000 fiorini, contratto dal papa con  suo padre Luca Savelli, ma soltanto nel 1409 la famiglia lo ricevette ufficialmente in feudo, da  Gregorio XII. La signoria dei Savelli su Tarano si protrasse, tranne una breve parentesi Orsini  (1501-1503), fino al 1581, alla morte senza eredi legittimi di Onorio Savelli: il feudo fu confiscato  dalla Camera apostolica insieme a Montebuono e Rocchette; una nuova, ma breve, parentesi  feudale si ebbe nel 1727 allorchè Benedetto XIII concesse Tarano in vitalizio a Luzio Savelli. Durante la parentesi del dominio francese il comune fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno,  cantone di Magliano (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti,  cantone di Torri, come comunità dipendente da Torri (1810-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 Tarano fu incluso nell'ambito della delegazione di Rieti, distretto di Poggio  Mirteto, governo di Calvi, come comunità appodiata a Montebuono; nel riparto territoriale del 1831 compare di nuovo autonomo come governo di secondo ordine dipendente da Poggio Mirteto. Dopo  l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, il comune entrò a far parte della provincia di Perugia, dal 1923 appartenne alla provincia di Roma finchè nel 1927 fu incluso nella neoistituita provincia di Rieti




Link:

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=11485

ANNULLAMENTI:

- Corsivo di Collettoria

- Numerale a Punti

- Numerale a Sbarre

-