Vacone

Cenni storici

Altre denominazioni:

Vaccone, 1787


Sorto presumibilmente sul luogo di una villa romana appartenuta alla famiglia di Orazio, Vacone è citato per la prima volta nel regesto farfense all'anno 1027, data in cui la nobile longobarda  Susanna, con il consenso del marito Attone, donò all'abbazia di Farfa tutto ciò che aveva ereditato dal padre Landolfo e dalla madre Tassia nel castello di Vacone. Agli inizi del XIII secolo il castello cadde in potere di una famiglia nobile romana (Ogdolina), ma la  popolazione reagì violentemente all'imposizione del dominio signorile tanto da spingere Papa Gregorio IX a riacquistare i diritti del castello di Vacone: restò sotto il diretto controllo della Chiesa almeno fino al 1278, quando giurò fedeltà a Niccolò III, passò poi agli Orsini, come risulta dal registro del Cardinale Albornoz (1364), dove si fa menzione del governo di Napoleone Orsini. Ulteriori passaggi di proprietà si ebbero nel 1518, allorchè il feudo fu ereditato da Alberto Pio di Carpi, per poi passare in eredità ai Caetani che a loro volta lo vendettero al conte Gaspare Spada. Il dominio di quest'ultimo su Vacone fu costellato da una serie di vessazioni inflitte agli abitanti,  obbligati, tra l'altro, a contribuire alle spese per la costruzione del palazzo baronale; alla sua morte,  avvenuta in Roma nel 1624, gli successe la vedova Virginia Mattei. Il castello fu poi venduto ai  Caccia di Sant'Oreste, dai quali passò al marchese bolognese Angioletti e nel 1658 a Guido Vaini. L'ultimo proprietario di Vacone fu il marchese Antonio Clarelli di Rieti, che il 18 novembre 1816 rinunciò ai suoi diritti feudali sulla proprietà.

Durante la parentesi del dominio francese Vacone fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno,  cantone di Magliano (1798-1799) per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti,  cantone di Torri (1810-1814). Con la Restaurazione e la riforma del 1816/1817 Vacone, entrò a far parte della provincia Sabina, delegazione di Rieti, distretto di Poggio Mirteto, governo di Calvi, come comunità appodiata a Torri; riebbe una certa autonomia nel 1827, allorchè risulta comunità soggetta alla podesteria di Torri; nel riparto territoriale del 1831 compare come governo di secondo  ordine dipendente da Poggio Mirteto. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1860, il  comune fu assegnato alla provincia Perugia, nel 1923 passò sotto la provincia di Roma fino al 1927 quando entrò a far parte della neoistituita provincia di Rieti; dal 1928 perse lo status di comune autonomo, confluendo in Cottanello, status che comunque riacquistò nel 1946





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